La caffeina, secondo una nuova ricerca, non causa irregolarità né accelerazioni del battito cardiaco
Sulla base dei dati raccolti tra i residenti della comunità del Cardiovascular Health Study, che hanno partecipato alla ricerca, è emerso che non vi è alcuna prova che il consumo frequente di cibi contenenti caffeina, tra cui lo stesso caffè, il tè o la cioccolata, abbia un impatto sulle contrazioni atriali premature (PAC) né sulle contrazioni ventricolari premature (PVC). “Non abbiamo trovato alcuna evidenza di relazione tra il consumo di caffeina cronica e la frequenza dei battiti di troppo,” ha detto Gregory Marcus, co-autore dello studio. Tuttavia, ha aggiunto che lui e i suoi colleghi non sono stati in grado di misurare gli effetti dell’esposizione acuta alla caffeina sul ritmo cardiaco, il che è stato un limite per lo stesso studio.
Lo studio condotto dagli esperti dell’University of California di San Francisco si è basato su un totale di 1.388 persone di età superiore ai 64 (il 46% erano maschi con una età media di 72 anni) senza fibrillazione atriale persistente (FA) che hanno completato le valutazioni sulla loro frequenza alimentare di base e si sono sottoposti ad un’elettrocardiografia (Holter) ambulatoriale ogni 24 ore, per monitorare le condizioni del cuore.
Un totale di 840 partecipanti (il 61 per cento) ha riferito che consumano più di un prodotto a base di caffeina al giorno. Le donne sono più propense degli uomini a consumare almeno un prodotto contenente caffeina al giorno, e i bevitori di alcol consumano anche più caffeina rispetto ai non bevitori.
Gli autori hanno riferito che non vi erano differenze nel numero di PAC o PVC tra i livelli di caffè, tè, e il consumo di cioccolato. Di conseguenza hanno dichiarato il consumo più frequente di questi prodotti non può essere associato con l’ectopia (uno sfasamento dei battiti cardiaci).
Mentre le contrazioni cardiache premature sono comuni e spesso asintomatiche, vi sono crescenti evidenze cliniche che collegano sia la PAC che la PVC ad un aumento del rischio cardiovascolare, hanno sottolineato gli autori dello studio. “L’aumento del PAC, anche tra gli individui sani, è stato associato con l’incidenza della fibrillazione atriale, ictus e morte. Inoltre, la presenza di PVC in coloro senza malattia cardiaca è stata associata ad un aumentato rischio di incidenti di insufficienza cardiaca, eventi di CAD e morti correlata al CAD“.
Il team medico ha inoltre rilevato che, mentre il consumo di caffeina, soprattutto il caffè, è stato a lungo legato a all’ectopia cardiaca e alle aritmie in genere, adesso le prove a sostegno di tale collegamento risultano davvero minime.
Altre limitazioni dello studio hanno però incluso il ricorso a partecipanti che si auto-monitoravano e l’utilizzo di questionari sulla frequenza alimentare, che ha valutato le abitudini alimentari abituali per periodi di tempo prolungati, piuttosto che ciò che la persona ha consumato immediatamente prima e durante il monitoraggio Holter.
“Questo è davvero un paradosso interessante“, ha aggiunto infine il dottor Gregory Marcus. “La convinzione generale è che la caffeina sia un male per il tuo cuore, ma per la maggior parte delle persone questo non sembra essere vero. Per le persone senza aritmia, i dati sono abbastanza convincenti sul fatto che il consumo cronico di caffeina non comporta battiti in più.”
Egli ha aggiunto inoltre, spiazzando ogni conoscenza data fino a questo momento, che esiste anche una ragione per credere che la caffeina possa addirittura ridurre il rischio di fibrillazione atriale.
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