Amnesty International svela un nuovo retroscena sulla Corea del nord e sull’operato del suo leader Kim Jong-un.
Il regime, ritenuto uno fra i più repressivi del mondo, avrebbe introdotto nuove e severe punizioni sull’uso di tablet e telefoni cellulare da parte dei cittadini.
Amnesty International rivela che diversi cittadini sono stati mandati ai campi di prigionia per aver tentato di contattare amici e familiari fuggiti all’estero in seguito alla repressione attuata da Kim Jong Un.
Il regime coreano infatti proibisce severamente ogni contatto con i paesi al di fuori del territorio.
In Corea del Nord internet è soggetto a restrittive limitazioni per i cittadini comuni e tutti i siti esteri risultano irraggiungibili. Inoltre, la compagnia telefonica nord coreana non supporta le chiamate in uscita dirette ai paesi internazionali.
L’unico modo per aggirare il sistema è acquistare schede SIM cinesi di contrabbando che illegalmente consentono di usufruire di internet e di poter telefonare fuori i confini.
Tuttavia questa pratica è severamente vietata e il regime attua un monitoraggio costante per garantire il rispetto della legge.
Chiunque venga scoperto a comunicare con un amico o un parente emigrato viene arrestato e spedito in un campo di prigionia.
Amnesty International ha lanciato l’allarme sulle condizioni vigenti nella Corea del Nord: i cittadini vengono tenuti all’oscuro di tutto ciò che succede fuori dal paese e non possono nemmeno parlare con i propri cari fuggiti, di fatto senza poter conoscere le loro sorti.
Arnold Fang, di Amnesty International, ha così dichiarato:
“Kim Jong Sun è un essere ingannevole, giustifica il modello repressivo attuato come la cura per fermare il virus del capitalismo. Nessuno dovrebbe negare un bisogno fondamentale dell’uomo come quello di parlare con familiari e amici.”
Amnesty International ha raccolto le prove di quanto afferma servendosi di dispositivi di rilevamento moderni piazzati al confine della Corea del nord.
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