Manuale delle scuse: cinque regole d’oro per rendere credibile una scusa per saltare un appuntamento al quale proprio non vogliamo andare
“La società può esistere solo su una certa base di cortesi bugie e a patto che nessuno dica esattamente ciò che pensa.”
(Lin Yutang)
Non è mai cosa piacevole dover inventare una scusa – e quindi essere costretti a mentire – a qualcuno, tanto più se la vittima è un amico o una persona a noi vicina. Tuttavia nella vita si verificano circostanze nelle quali una bugia a fin di bene può farci risparmiare un sacco di problemi, ad esempio quando riceviamo un invito indesiderato al quale vorremmo tanto dire di no (perché siamo stanchi, perché in quel dato periodo non abbiamo voglia di uscire, etc. etc.). Purtroppo le persone – non tutte almeno – non sono sempre ben disposte ad accettare un rifiuto – ci restano male, insistono – ed è in questi sfortunati casi che abbiamo bisogno di una bella scusa. Scopriamo quindi le cinque regole da seguire affinché una scusa risulti credibile!
– Adopera sempre scuse semplici, non complicarti le cose coinvolgendo anche altre conoscenze in comune. Se la tua amica del cuore ti ha invitato al cinema con il suo fidanzato e i terribili amici di lui, evita di dire che sei già impegnato/a con altri amici che lei o lui conoscono. A qualcuno dei coinvolti potrebbe anche scappare la verità e tu faresti certamente una brutta figura. La miglior messinscena ha un unico attore: tu. E al massimo un coprotagonista non noto agli altri (esempio:un anonimo zio arrivato a sorpresa dopo 25 anni dal Lesotho o dalla Cambogia e che vi farà ritorno il giorno dopo).
– Inventa scuse che non possano essere smontate. Se una scusa viene smontata sei fregato/a, ti sei giocato ogni chance di scampare l’impegno. Ad esempio, nel caso dell’invito al cinema, non dire:”mi spiace, non vengo perché questo film l’ho già visto…”. Nella remota ipotesi che la tua amica ti dicesse:”non c’è problema, andremo a vedere un altro film!” , non potresti più sottrarti.
– L’alibi deve essere soltanto uno e di ferro, non immischiare tante scuse deboli sperando di cumulare punti credibilità agli occhi del tuo interlocutore, non funziona così. Pertanto, in risposta all’invito, non rispondere mai:”Purtroppo non sto tanto bene, inoltre domani mattina dovrò alzarmi presto e stasera devo sbrigare alcune faccende domestiche.”
Stai dimostrando debolezza e non sei convincente. Decidi la scusa più credibile (esempio: non sto tanto bene) e mantieniti stabile su quella rotta come un novello Colombo della bugia in cerca della propria terra di pace.
– Sii sicuro di te. “Mah, non so, non mi sento tanto bene…non penso sia il caso che io venga…(forse)…ma magari se prendo l’aspirina…boh…ti faccio sapere….” No, no, no e ancora no. Stai trasmettendo insicurezza. Stai implicitamente dicendo al tuo interlocutore:”In realtà vorrei starmene a casa, ma forse sei insisti mi convinco.” E noi non vogliamo che lui/lei insista. A)perché è fastidioso quando qualcuno insiste B) perché potrebbe metterci con le spalle al muro e convincerci per davvero. “Sto male. Non vengo, mi dispiace. Ci sentiamo.”Punto. la parola d’ordine è: assertività.
– L’ultima delle cinque regole d’oro è: non inventare scuse che si protraggano nel tempo. La scusa deve avere un ciclo vitale breve, altrimenti diventa un inferno mantenersi coerenti nei mesi seguenti. Pertanto, se l’amica ti invita al cinema di sabato, non dire:”Non posso perché sabato mi inizia il corso intensivo di mandarino cinese.”
Per i successivi sessanta sabati per lei e per tutti gli altri tu sei al corso. E noi non vogliamo portare questo fardello per tutto questo tempo. Rispondi semmai:”Non posso, domani mi inizia il corso di carta, forbice e pietra.”
Quanto accidenti potrà durare un corso per vincere a carte, forbice e pietra?
mi serviva un alibi convincente per evitare il ricevimento di comunione da una parente.temo di averla detta grossa cioè che avevo un altro ricevimento a cui era già stato invitato.peccato però che la comunione dell’altro era domenica scorsa
Eh, questo è un problema…adesso mi sa che tocca andare davvero (salvo inventare sfacciatamente un malanno o un altro impegno, ma ormai puzzerebbe troppo di scusa)