Alcuni scienziati ritengono di essere ad un passo dal risolvere uno dei più grandi misteri del mondo, il Triangolo delle Bermuda, che si estende nell’ampio tratto di mare tra le isole Bermuda appunto, la Florida e Puerto Rico.
Il mistero potrebbe trovarsi, secondo gli scienziati, in una serie di crateri sottomarini sul fondo del Mare di Barents, al largo della costa della Norvegia. “Esistono diversi crateri giganti sul fondo del mare in una zona nel Mare di Barents centro-occidentale … e sono probabilmente la causa di enormi scoppi di gas“, hanno detto i ricercatori dell’Università artica della Norvegia al Times.
Anche se il mare di Barents si trova lontano migliaia di chilometri dal Triangolo delle Bermuda, si pensa che questi crateri siano la chiave per spiegare il fenomeno del disorientamento, che ha spesso portato alla scomparsa di mezzi navali e aerei nella zona.

Il mistero del Triangolo delle Bermuda si nasconde nei crateri del Mare di Barents in Norvegia

I crateri, che misurano fino a 800 metri di larghezza e 45 metri di profondità, si ritiene siano stati creati dai sedimenti di metano sul fondo marino della costa norvegese ricca di gas, che poi viene disperso, tramite euruzioni, attraverso il fondo del mare e sulla superficie dell’acqua.
Secondo uno scienziato, le zone del cratere rappresentano uno dei punti caldi più grandi per rilascio superficiale di metano marino nell‘Artico, che crea enormi scoppi di bolle di gas, con conseguente affondamento delle navi.

Questa è una possibilità che è già stata esplorata in precedenza, quando Igor Yelstov dall’Istituto Trofimuk ha spiegato: “Esiste una versione (di teorie) che il Triangolo delle Bermuda sia una conseguenza delle reazioni gas idrati“, i quali “cominciano a decomporsi attivamente quando il ghiaccio di metano si trasforma in gas. Accade in maniera simile ad una valanga , come una reazione nucleare, producendo enormi quantità di gas. Questo fa aumentare la temperatura mare e le navi affondano nelle sue acque, mescolate con una percentuale enorme di gas.”
I dettagli della scoperta verranno rilasciati in occasione della riunione annuale della European Geosciences Union, che si terrà il mese prossimo, dove gli esperti analizzeranno se questo tipo di bolle potrebbero davvero mettere le navi e gli aerei in ​​pericolo.