Streaming batte il download, la musica ha un nuovo mercato, ma le entrate calano di anno in anno

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Secondo un nuovo rapporto pubblicato dalla Recording Industry Association of America (RIIA), nel 2015 l’industria musicale ha fato registrare maggiori incassi tramite i servizi di streaming, battendo per la prima volta nella storia le entrate derivanti dai servizi di download. Infatti lo streaming ha totalizzato il 34,3 per cento delle vendite totali della musica. Il modo di ascoltare la musica ha subito cambiamenti drastici nell’ultimo decennio: il continuo progresso tecnologico, offrendo ampie e immediate soluzioni è finito col modificare il comportamento ascoltatore.
A partire dagli anni 2000 i CD sono stati progressivamente sostituiti dal download, che ha sua volta è stato progressivamente abbandonato in favore dello streaming, che al momento è diventata la piattaforma preferita.
Chissà cosa accadrà ancora nell’immediato futuro. Certo sapevamo già che il tempo del CD stesse arrivando a destinazione (era circa il 28,8 per cento delle entrate lo scorso anno), ma ora sembra che anche iTunes ed i suoi concorrenti siano prossimi al capolinea.

Eppure uno sguardo più attento mostra che i grandi numeri delle vendite, che hanno sostenuto il business della musica per anni, sono sempre più in calo: i ricavi delle vendite della musica oscillavano intorno ai 7 miliardi di dollari nel 2010, secondo i dati della RIIA, e oggi a distanza di 5 anni il guadagno generale si attesta intorno ai 7.02 miliardi di dollari, leggermente meno dell’1 per cento rispetto al 2014.
Il risultato è che l’industria musicale si trova a combattere per differenze stimate nell’ordine di pochi centesimi, e non tutto è così consequenziale come sembra. Per esempio, il mercato specializzato dei dischi sta generando maggiori entrate rispetto alla musica su YouTube, e la differenza si spiega con il fatto che YouTube paga le royalties in centesimi. Yotube sembra essere infatti una delle piattaforme più cliccate su internet, centinaia di milioni di visitatori ascoltano ogni giorno la musica e guardano i video dei loro cantanti preferiti tramite il canale, ma il guadagno destinato alle loro tasche è davvero minimo

Streaming batte il download, incassi crescenti per Spotify, Tindal e Apple Music

Lo streaming ha battuto il download della musica attraverso gli abbonamenti alle piattaforme come Spotify, Apple Music, Tindal, Rhapsody e Pandora. Apple Music e Tidal sono stati lanciati solo nel 2015, eppure sono diventati tra i servizi preferiti, incassando ben 1,2 miliardi di dollari, la metà dei 2,4 miliardi di dollari generati in totale dal mercato streaming. A farla da padrone resta ancora Spotify, il più vecchio tra tutti, essendo nato nel 2010, il quale vanta circa 75 milioni di utenti abbonati.
Adesso fare in modo che la gente si iscriva in massa ai servizi di streaming è diventata una priorità per le case discografiche e lo stanno facendo tramite le esclusive degli artisti. Ad esempio Pharell e Ethon John sono presenti soltanto su Apple Music; Tidal, il cui proprietario è Jay-Z, può contare sulle esclusive di Beyonce (manco a dirlo!) e di Kanye West, il quale ha portato milioni di nuovi abbonati al servizio.

Eppure nonostante i numeri postivi e gli sforzi congiunti delle case discografiche, degli artisti e delle piattaforme, finora lo streaming musicale non è riuscito a risollevare il mercato della musica, e preoccupazioni profonde persistono anche sul nuovo modello. Molti artisti diffidano degli accordi interrotti tra le loro case discografiche e le aziende di tecnologia, e vogliono sapere quanti soldi vadano perduti ogni anno. In un’analisi di massima dei numeri della RIIA, Billboard ha stimato che la quantità media di denaro generata da un brano in streaming è scesa lo scorso anno di circa il 24 per cento.

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Giuseppe Zito
Mi occupo di giornalismo informatico ormai da qualche anno, ho alle spalle esperienze con siti come www.zz7.it di cui sono stato il co-creatore, e www.controcopertina.it. Mi piace scrivere news di ogni genere, non disdegnando alcun argomento, mi esaltano maggiorimente i fatti di politica e società.