Quindicenne rinnega Maometto per errore e si taglia una mano

Quindicenne rinnega Maometto per errore e si taglia una mano
Il ragazzo era stato accusato per errore, suo padre però ha difeso l'imam locale

L’imam di una moschea in Pakistan è stato arrestato con l’accusa di incitamento alla violenza. L’uomo è imputato per aver erroneamente accusato di blasfemia un ragazzo di 15 anni, che ha proceduto a tagliarsi una mano. Il fatto è avvenuto nella notte del 10 gennaio in una località nell’est della regione del Punjab. Stando al racconto della polizia pakistana Anwar Ali, frequentava un gruppo di preghiera nella moschea del villaggio di Khanqah, a sud ovest di Lahore. A un certo punto, l’imam, identificato come Shabir Ahmed, ha chiesto che alzasse la mano chi, tra le persone presenti, non amasse il profeta Maometto. Il ragazzo ha sentito male e alzando per sbaglio la mano si è sentito urlare contro “blasfemo”. A quel punto Ali è tornato a casa e si è tagliato la mano destra con una falce, per poi tornare alla moschea con la mano su un piatto. Il ragazzo ha spiegato di averlo fatto come sacrificio per purificarsi dal peccato commesso. L’imam è stato arrestato ma la famiglia difende l’uomo dicendo che è una persona irreprensibile e che sono fortunati ad avere un figlio che ama Maometto più di ogni altra cosa. Grazie alle pressioni di altri leader locali Shabir Ahmed è stato rilasciato per venire poi arrestato una seconda volta dopo che la notizia si è diffusa grazie alla stampa internazionale. La blasfemia è un tema delicato in Pakistan, dove queste accuse sono solite causare violenze di massa e linciaggi.

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