Si conclude il caso Elena Ceste con una sentenza inoppugnabile per Michele Buoninconti, condannato a 30 anni di carcere con l’accusa di omicidio premeditato.
Buoninconti si è sempre proclamato innocente, anche nelle ore che hanno preceduto la sentenza del giudice Roberto Amerio.
Prima del giudizio definitivo, Buoninconti aveva letto 4 passi della bibbia e aveva chiesto al giudice di non incorrere in un grave errore giudiziario.
“Sono innocente, vittima di un errore giudiziario. L’unico senso di colpa che ho è quello di non aver compreso in anticipo il malessere di mia moglie. Io non ho mai creduto che Elena mi abbia tradito e non lo penso tuttora. Alcuni soggetti che ha incontrato si sono approfittati delle sue debolezze.”
La posizione di Michele Buoninconti si sarebbe aggravata anche a causa del pesante movente. Elena Ceste sembra avesse avviato la frequentazione con un uomo conosciuto tramite social network e avrebbe confessato il tradimento al marito vigile del fuoco.
Inoltre le dichiarazioni dell’uomo, fin dal primo momento della scomparsa di Elena, sarebbero apparse agli inquirenti incongruenti.
La donna è scomparsa da casa nel mese di gennaio 2014. Dopo 8 mesi di vane ricerche il suo corpo è poi stato ritrovato nelle campagne in periferia di Asti.
L’avvocato difensore di Buoninconti, dottor Marazzita, anche dopo la sentenza ha rivendicato l’innocenza del suo assistito.
“Sapevamo che era un processo complicato e avevo detto al mio cliente di non essere troppo ottimista. Siamo curiosi ora di conoscere i motivi della sentenza.”
La difesa di Buoninconti ha sempre sostenuto la tesi del suicidio. L’uomo adesso dovrà scontare la sua pena al carcere di Verbania.
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